Italia e piani di stock option: cosa c’è sapere

Italia e piani di stock option: cosa c’è sapere

Le stock option continuano a essere un investimento interessante sia per le aziende che per i dipendenti in Italia.

Nonostante la maggior parte delle agevolazioni fiscali relative alle opzioni sia stata rimossa dalla normativa nel 2008, è rimasta tuttavia un'esenzione che contribuisce a rendere interessanti i piani di stock option per dipendenti, ovvero l'esenzione fiscale per le opzioni esercitate in un determinato anno per un valore massimo pari a 2.065,83 €, se vengono soddisfatte le seguenti condizioni.

Come funzionano

La struttura tipica dei piani di stock option è la seguente:

  • Ai dipendenti viene dato il diritto di acquistare un determinato numero di azioni dopo un certo periodo di tempo. Tale periodo di vesting è solitamente fissato a 3 anni.
  • Di solito le azioni vengono emesse mediante un aumento di capitale azionario, ma possono venire usate anche le azioni già esistenti.
  • Prima delle riforme del 2008, non era raro esercitare il prezzo notevolmente al di sotto del valore equo di mercato (FMV, dall'inglese "fair market value"). Tuttavia, oggi è più comune esercitare il prezzo pari all'FMV al momento dell'assegnazione dell'opzione. Le aziende non sono obbligate a seguire questa regola generale, ma discostarsene può avere conseguenze a livello fiscale.
  • Normalmente, anche se non vi è alcun obbligo, l'assegnazione delle azioni è vincolata alle condizioni di performance. In tal caso, oltre a soddisfare le condizioni temporali stabilite, i partecipanti al piano dovranno anche raggiungere gli obiettivi di performance prestabiliti prima dell'esercizio delle opzioni.

Se le persone, tutti i dipendenti o quelli appartenenti alla stessa categoria, sottoscrivono un piano di stock option secondo le modalità sopra descritte e alla fine esercitano le opzioni, beneficeranno di un'esenzione fiscale di 2.065,83 €, a condizione che le azioni vengano detenute per almeno tre anni. Inoltre, tale condizione esclude la possibilità che le azioni vengano riacquistate dalla società emittente in qualsiasi momento durante questo periodo.

Qualora non si aderisse a questo periodo di detenzione, l'imposta sul reddito diventerà esigibile nel periodo d'imposta in cui avviene la vendita e sarà calcolata sulla somma non tassata al momento dell'acquisto delle azioni.

Linee guida che governano i piani di stock option

Le linee guida associate ai piani di stock option per dipendenti in Italia sono le seguenti:

  • Le aziende hanno la possibilità di scegliere quali dipendenti invitare in un piano di stock option e possono offrire termini e condizioni diversi per i singoli partecipanti. Tuttavia, queste scelte devono essere fatte senza fare discriminazioni di sesso, razza e religione.
  • Oltre che ai dipendenti, le stock option possono venir offerte anche ad altre persone. Ad esempio, non è raro che le opzioni vengano assegnate ai membri del Consiglio d'Amministrazione e possono essere offerte anche opzioni a consulenti esterni. Inoltre, è raro, ma non inusuale, assegnare stock option a potenziali dipendenti prima che entrino formalmente in azienda.
  • A differenza di quanto avviene in altri paesi europei, la legislazione italiana non prevede attualmente un valore massimo consentito di azioni assegnate tramite opzioni in un determinato anno solare, o in generale nella maggior parte dei contesti aziendali, né in termini di opzioni emesse da una società né di opzioni ricevute da un dipendente.
  • Come sopra menzionato, non vi è l'obbligo di esercitare il prezzo pari all'FMV alla data dell'assegnazione. Tuttavia, qualora le aziende optassero per un prezzo differente, ciò avrà ripercussioni a livello fiscale.

Tassazione e stock option

Ciò che deve essere chiaro è che non vi è nessun obbligo fiscale esigibile al momento dell'assegnazione delle opzioni o al momento del vesting. L'obbligo fiscale diviene esigibile all'esercizio delle opzioni.

Quando le opzioni vengono esercitate, l'imposta sul reddito diverrà esigibile, la quale sarà calcolata in base all'FMV delle azioni in quel momento. L'imposta sul reddito viene applicata con un'aliquota massima del 43%, oltre a eventuali imposte addizionali regionali e comunali.

Il dipendente deve inoltre versare i contributi previdenziali sul proprio reddito imponibile, a meno che tale reddito non superi il massimale contributivo eventualmente in vigore o che non abbia diritto a un'esenzione per tali pagamenti.

Se il dipendente esercita le opzioni e acquista le azioni, l'azienda dovrà ritenere alla fonte le imposte sul reddito e i contributi previdenziali dovuti. Se lo stipendio di un dipendente non è sufficiente a coprire l'importo dovuto, il dipendente avrà l'obbligo di compensare per il tempo mancante al fine di consentire all'azienda di depositare l'importo necessario presso le autorità fiscali entro la data di scadenza.

Una volta vendute le azioni, le persone verranno tassate su eventuali plusvalenze derivanti dalla vendita. L'aliquota fiscale applicabile è del 26%.

Dal punto di vista delle aziende, eventuali costi sostenuti dall'azienda relativi al piano in generale saranno deducibili ai fini fiscali.

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